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Una lettura teologica di "Breve film sull'amore" di K. Kieslowski (Rimini, Guaraldi, 1999) Un'opera d'arte, nel momento in cui è consegnata a chi la riceve, diventa un dono fragile che si abbandona nelle mani di chi la contempla. La sua fragilità diventa anche la sua forza irresistibile in quanto in essa si manifesta la sua capacità di sedurre, di essere ricevuta e "interpretata" con le categorie dello "spettattore". In questo saggio non si vuol capire innanzitutto cosa il regista di Breve film sull'amore "abbia voluto dire", ma cosa il film può dire ad un "cineocchio" teologico. Si vuole affrontare una lettura teologica dell'opera &endash; purtroppo poco nota al pubblico italiano &endash; di Kieslowski e dimostrarne la plausibilità, articolando la complessa e intensa simbolica cristiana che il film si dimostra capace di evocare con efficacia rappresentativa. Si tratta di cogliere i "frammenti di un discorso amoroso". Il terreno nel quale queste pagine si spingono è quello dell'evocazione del kerygma, dellíannuncio cioè di una morte e di una risurrezione decisiva sull'abbandono e sull'angoscia della landa desolante del non-amore. Versione web integrale Scarica gratuitamente in formato PDF |