LIVELLI DI ANALISI DI UN TESTO LETTERARIO

 

LIVELLO FONOLOGICO
Scelta dei suoni

 

Analisi di Cesare PAVESE, Lo steddazzu (da Lavorare stanca)

[...]
L'uomo solo si leva che il mare è ancor buio
e le stelle vacillano. Un tepore di fiato
sale su dalla riva, dov'è il letto del mare,
e addolcisce il respiro. Quest'è l'ora in cui nulla
può accadere. Perfino la pipa tra i denti
pende spenta. Notturno è il sommesso sciacquìo.
L'uomo solo ha già acceso un gran fuoco di rami
e lo guarda arrossare il terreno. Anche il mare
tra non molto sarà come il fuoco, avvampante.
Non c'è cosa più amara che l'alba di un giorno
in cui nulla accadrà. Non c'è cosa più amara
che l'inutilità. Pende stanca nel cielo
una stella verdognola, sorpresa dall'alba.
Vede il mare ancor buio e la macchia di fuoco
a cui l'uomo, per fare qualcosa, si scalda;
vede, e cade dal sonno tra le fosche montagne
dov'è un letto di neve. La lentezza dell'ora
è spietata, per chi non aspetta più nulla.
Val la pena che il sole si levi dal mare
e la lunga giornata cominci? Domani
tornerà l'alba tiepida con la diafana luce
e sarà come ieri e mai nulla accadrà.
L'uomo solo vorrebbe soltanto dormire.
Quando l'ultima stella si spegne nel cielo,
l'uomo adagio prepara la pipa e l'accende.

 

Ascolto di Lello VOCE, Il paesaggio, dietro

(performance)

 

LIVELLO LESSICALE
Selezione e combinazione delle parole

 

Analisi di due stesure di José Antonio MILLÁN, La semana en el muro

La revelación (1989)

Aún no sé cómo, con la última luna, agitado en sudores, me pareció oír una voz al pie del lecho: "Cuando están entre sí, las cosas componen una canción cuya letra nos habla de todo". Ausente, grabé las palabras con el estilete en el yeso de la cabecera, orlado de grasa, porque temí que se me perdieran, y caí en un sueño invencible.

Con las primeras luces me incorporé y recorrí las raspaduras con los dedos. Adiviné vagamente que ahí tenía el secreto no sólo de los que leen entrañas, sino también de los que contemplan nubes o juegan con las letras &endash; así como de los que los persiguen. Pedí tinta, corté una pluma nueva y lo copié cuidadosamente, letra por letra, en el margen de unos poemas que me habían conducido hasta el sueño.

La semana en el muro (1991)

Aún no sé cómo, con la última luna, agitado en sudores, oí una voz en sueños: "Las cosas entre sí componen una canción, cuya letra nos habla de todo". Ausente, grabé las palabras con un estilete en el yeso de la cabecera, orlado de grasa, porque temí que se perdieran, y caí en un sopor invencible.

Con las primeras luces me incorporé y recorrí los trazos con los dedos. Adiviné vagamente que ahí tenía el secreto no sólo de los que leen entrañas, sino también de los que contemplan nubes o juegan con las letras &endash; así como de los que los persiguen&endash;. Desleí tinta, corté una pluma nueva y copié la frase cuidadosamente, letra por letra, al dorso de unos poemas antiguos que me habían conducido hasta el sueño.

 

LIVELLO METRICO-RITMICO
Pause, accenti, ritmi, metrica
 

PRIMA LETTERA AI CORINZI 2,1-9

Confronto tra le versione CEI e la Traduzione poetica di Giovanni Testori

 

LIVELLO RETORICO-STILISTICO
Scelta del «registro» e delle figure retoriche
 
Le figure retoriche

Analisi di Giuseppe UNGARETTI, Dolina notturna

Il volto
di stanotte
è secco
come una pergamena
 
Questo nomade
adunco
morbido di neve
si lascia
come una foglia
accartocciata
 
L'interminabile
tempo
mi adopera
come un
fruscio

 

LIVELLO SINTATTICO
Scelta dei collegamenti (ipotassi/paratassi)

Lettura dell'incipit di Raymond CARVER, Riuscivo a vedere ogni minimo dettaglio

Lettura dell'incipit di Marcel PROUST, Il piacere di leggere

Confronto della sintassi dei brani

 

LIVELLO SEMANTICO
Significato, parole-chiave, campi semantici

 

Analisi di GIOSUÈ CARDUCCI, Pianto antico

L'albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da' bei vermigli fior,
 
Nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
 
Tu fior della mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l'inutil vita
estremo unico fior,
 
sei nella terra fredda,
sei nella terra negra;
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.

 

LIVELLO STORICO-CULTURALE
Visione del mondo, filosofia, ideologia

Lettura dalla cosiddetta "Lettera del veggente" di Arthur RIMBAUD:

Il primo studio dell'uomo che si vuole poeta è la propria conoscenza, intera; cerca la sua anima, la scruta, la saggia, la impara. Quando l'ha saputa deve coltivarla; sembra semplice: in ogni cervello si compie uno sviluppo naturale; tanti "egoisti" si proclamano autori; ben altri ce ne sono, che si attribuiscono il loro progresso intellettuale! &endash; Però si tratta di rendere l'anima mostruosa: alla maniera dei comprachicos, insomma! Immagini un uomo che si pianti e si coltivi le verruche sul viso. Dico che bisogna essere veggente, farsi veggente. Il Poeta si fa veggente mediante un lungo, immenso e ragionato sregolarsi di tutti i sensi. Tutte le forme d'amore, di sofferenza, di follia; cerca egli stesso, esaurisce in se stesso tutti i veleni, per conservarne soltanto le quintessenza. Ineffabile tortura nella quale ha bisogno di tutta la fede, di tutta la forza sovrumana, nella quale diventa fra tutti il gran malato, il gran criminale, il gran maledetto, - e il sommo Sapiente! - Poiché giunge all'ignoto! Avendo coltivato la propria anima, già ricca, più di ogni altro! Giunge all'ignoto, e anche se, sbigottito, finisse col perdere l'intelligenza delle proprie visioni, le avrebbe viste! Crepi pure, in quel balzo tra le cose inaudite e ineffabili: altri lavoratori orribile verranno; cominceranno dagli orizzonti sui quali l'altro è crollato!

Lettura di Arthur RIMBAUD, Ma Bohème:

Je m'en allais, les poings dans mes poches crevées;
Mon paletot soudain devenait idéal;
J'allais sous le ciel, Muse, et j'étais ton féal;
Oh! là là! que d'amours splendides j'ai rêvées!
 
Mon unique culotte avait un large trou.
Petit-Poucet rêveur, j'égrenais dans ma course
Des rimes. Mon auberge était à la Grande-Ourse.
Mes étoiles au ciel avaient un doux frou-frou
 
Et je les écoutais, assis au bord des routes,
Ces bons soirs de septembre où je sentais des gouttes
De rosée à mon front, comme un vin de vigueur;
 
Où, rimant au milieu des ombres fantastiques,
Comme des lyres, je tirais les élastiques
De mes souliers blessés, un pied près de mon coeur!
 
Traduzione italiana:
 
Andavo, con i pugni nelle tasche sfondate,
Ed anche il mio pastrano diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa, ed ero il tuo fido;
Quanti splendidi amori ho mai sognato allora!
 
Negli ultimi calzoni avevo un largo squarcio.
- Pollicino sognante, sgranavo nella corsa Rime.
L'Orsa Maggiore mi faceva da ostello.
- Le mie stelle nel cielo dolcemente frusciavano;
 
Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade,
In quelle sere dolci di settembre e sul viso
Le gocce di rugiada m'eran vino gagliardo;
 
E, rimando nel cuore di fantastiche tenebre,
Tiravo, come fossero delle lire, gli elastici
Delle scarpe ferite, col piede accanto al cuore!